lunedì 29 agosto 2011

Sintomi e cause


4.3.2  LIVELLO FONOLOGICO



Le difficoltà a livello fonologico riguardano:[1]

·          Il riconoscimento dei suoni associati alle lettere (questa abilità viene chiamata consapevolezza fonologica): un compito che indaga la consapevolezza fonologica è, ad esempio, quello di chiedere al bambino di dire se due parole fanno rima, di individuare tutte le parole che iniziano per una certa lettera, ecc.

·          La ripetizione di suoni linguistici (memoria fonologica a breve termine), ad esempio si può chiedere di ripetere una parola come “reparto”  o una non-parola come  “cociste”.

·          La velocità di articolazione dei suoni: ad esempio si può chiedere di nominare rapidamente lettere, cifre, o anche colori, oggetti, ecc.

Fra le abilità fonologiche implicate nell’apprendimento della lettura strumentale riveste molta importanza la consapevolezza fonologica (c. f.).

Per consapevolezza fonologica si intende la capacità di analizzare separatamente i suoni all’interno della parola, consentendo di giungere alla rappresentazione del valore sonoro convenzionale della parola. Gli studi correlati effettuati sulla relazione fra consapevolezza fonologica e apprendimento della lettura e della scrittura hanno evidenziato una stretta relazione (esempio: studio sulla validità predittiva per la diagnosi di difficoltà di lettura e scrittura in prima elementare del livello di consapevolezza fonetica, rilevato nel corso dell’ultimo anno di scuola materna, effettuato nella prima circoscrizione del comune di Roma; vedi cap. sulla prevenzione).



4.3.3  LIVELLO VISIVO




Sono varie le ipotesi su un cattivo funzionamento dei processi visivi come una delle cause della dislessia. È infatti ormai cosa certa che i bambini dislessici, quando leggono, compiono con gli occhi movimenti rapidi e differenti da quelli dei lettori abili, come accennavo prima, non si sa se questa singolarità sia una delle cause o solo un effetto. Sarebbero numerosi i problemi della visione nei dislessici: di acutezza visiva, di fusione stereoscopica di immagini, di controllo dei movimenti oculari, di difficoltà a seguire rapidi cambi di immagine. Vi sarebbero delle difficoltà connesse agli aspetti figurativi della  lettura e scrittura, cioè quelli che fanno capo alla percezione e alla rappresentazione mentale delle forme delle lettere dell’alfabeto ed alla percezione e alla rappresentazione mentale delle relazioni spaziali fra le lettere componenti le parole che dipendono dalle cosiddette “fissazioni” (cioè le fermate nel movimento dell’occhio in cui avviene la lettura di una quantità variabile di caratteri che diminuisce progressivamente con la minore abilità nella lettura). È importante valutare a quale componente sia imputabile la difficoltà di lettura strumentale per approntare in modo mirato l’intervento; espongo, quindi, ora una serie di problemi che riguardano l’analisi visiva del testo.

Sommariamente questi problemi possono interessare:

·           L’analisi e la memorizzazione visiva delle forme: in questo caso il bambino non riesce a memorizzare le forme scambiandone ad esempio l’orientamento o la sequenza, quindi confonderà la “p” con la “q” o la “b” con la “d”;

·           L’analisi seriale visiva: un bambino con questo problema sarà in grado di discriminare parole presentate isolatamente, ma avrà difficoltà nel fare la stessa operazione all’interno di un testo in cui il numero di stimoli è più elevato;

·           L’integrazione visivo-uditiva: il bambino ha difficoltà a passare da una rappresentazione visiva alla corrispondente rappresentazione uditiva e viceversa e questo comporterà un problema ad associare la forma di una lettera o di più lettere al suono corrispondente[2].

Purtroppo, per meglio comprendere queste difficoltà visive, non possiamo ricorrere all’aiuto degli oftalmologi che, non trovano  alcuna differenza tra gli occhi di buoni lettori e cattivi lettori. Avendo a che fare con bambini dislessici, capita  a volte di sentirgli dire: “le lettere ballano”, bene è inutile mandarli dall’oculista, non vi saprà dire se ci sono problemi di occhio dominante non coordinata con la mano dominante o altro. Spero la mia visione non vi sembri troppo pessimistica, ma, spesso, davanti a questi problemi, è difficile avere aiuto e questo ci porta al discorso che la buona volontà e l’autodidattica, a volte, sono le uniche armi che abbiamo per aiutare i bambini che ci sono stati affidati.











4.3.4  LIVELLO UDITIVO



Secondo Paula Tallal[3] e Michael Merzenich[4] la maggior parte dei bambini  (circa il 66%) con dislessia non riesce a distinguere suoni che abbiano un intervallo superiore a trecento millisecondi, cosa che li rende in un certo senso “sordi” ad alcuni suoni[5].Il problema è, quindi, la capacità di elaborare e distinguere suoni acuti troppo vicini. Se i fonemi hanno intervalli ravvicinati, vengono confusi, perché il cervello immagazzina una rappresentazione impropria del fonema-suono: è per questo che i dislessici commettono errori nel convertire mentalmente i suoni in lettere e le lettere in suoni. La percezione uditiva dei suoni componenti le parole si manifesta come individuazione di detti suoni dal contesto delle parole e come successione dei suoni stessi all’interno della parola (relazioni temporali), che fanno da parallelo a ciò che nella percezione visiva sono la percezione delle forme delle lettere e la percezione delle relazioni spaziali fra esse.



[1]              Cfr. da pag. 18 a pag. 20 di De Beni R. – Cisotto L. – Caretti B., Psicologia della lettura e della scrittura,Ed. Centro studi, Erickson, Trento
[2]              Cfr.  pag. 142  Biancardi A.- Milano G., Quando un bambino non sa leggere, Rizzoli 1999.
                 
[3]              Tallal  Paula psicologa e scrittrice americana, una delle prime ad avanzare l’ipotesi che i problemi specifici di linguaggio e dislessia abbiano origine da un difetto uditivo.
[4]              Merzenich Michael neuroscienziato all’università di california a San Francisco.
[5]              Cfr.da pag.150 a pag.153 Biancardi A.- Milano G., Quando un bambino non sa leggere, Rizzoli 1999.

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