lunedì 29 agosto 2011

CAPITOLO 4: LIM E DISLESSIA


 






4.1  INTRODUZIONE



In questo capitolo parlerò del rapporto tra LIM e dislessia, spiegando innanzitutto cosa sia questo disturbo specifico dell’apprendimento, quali ne siano le cause e quali le metodologie di trattamento ed infine come queste metodologie possano essere messe in pratica con uno strumento che, come abbiamo visto nei capitoli precedenti, può avere una forte ricaduta sulla motivazione.

Anche il MIUR ha incentivato l’uso di questo strumento per il trattamento della dislessia. Nel bando per le assegnazioni di una seconda lavagna interattiva multimediale nello stesso plesso uno dei possibili titoli di preferenza è la previsione di usarla per un progetto sul trattamento degli alunni dislessici.





4.2 DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO




        Occorre innanzitutto chiarire il concetto di apprendimento: si parla di apprendimento come della conseguenza di stimoli provenienti dal mondo esterno che, con l’aiuto e l’intervento di una serie di fattori costitutivi della nostra personalità, in buona parte di origine genetica, causano modificazioni durature che cambiano progressivamente la struttura stessa della nostra personalità psicofisica, che permettono di affrontare, in modo diverso da quello precedente, uno stesso compito e che esternamente si manifestano appunto come l’acquisizione di nuove conoscenze e capacità.[1]

I disturbi specifici dell’apprendimento (D.S.A.) sono quelle difficoltà che si manifestano in un soggetto, in età di sviluppo, in assenza di deficit neurologici, cognitivi, sensoriali, e nonostante normali opportunità educative e scolastiche.

Si può, infatti, parlare di d.s.a. (learning disabilites) quando:[2]

(a)                i risultati ottenuti dal soggetto in prove standardizzate che valutano le abilità di lettura, di calcolo, di scrittura, sono significativamente al di sotto della prestazione che ci si potrebbe aspettare in base all’età, all’istruzione ed al livello di intelligenza (il QI di questi ragazzi è solitamente nella norma);

(b)               non sono presenti disabilità fisiche quali compromissione uditiva o visiva, tali da ostacolare l’apprendimento;

(c)                non è presente ritardo mentale.

I  D.S.A. si possono distinguere in:

v     Disortografia  cioè quando gli errori ortografici compiuti sono significativamente superiori per numero e caratteristiche rispetto a quelli che ci si dovrebbe aspettare, facendo riferimento al grado di istruzione della persona e alla sua consuetudine alla scrittura.

v     Dislessia evolutiva (problema della letto scrittura) cioè quando l’automatizzazione dell’identificazione della parola non si sviluppa o si sviluppa in maniera incompleta e con grande difficoltà.

v     Disgrafia cioè quando la scrittura viene effettuata in modo da compromettere la forma del messaggio scritto  e rende quasi impossibile l’interpretazione dei segni.

v     Discalculia cioè quando persistono disturbi nel processamento numerico.

Spesso, questa distinzione è accademica, perché i disturbi si intrecciano e le cause e gli effetti si confondono, infatti questo è uno dei problemi fondamentali nella definizione della diagnosi.



[1] Deva (1982)-  I processi di apprendimento della lettura e della scrittura, La nuova Italia.
[2] Cfr. pag.66  De Beni R. – Cisotto L. – Caretti B., Psicologia della lettura e della scrittura,Ed. Centro studi, Erickson, Trento

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