lunedì 29 agosto 2011

1.3 PRESENTE

 
Nella vita quotidiana è sempre più forte l’informatizzazione dei servizi: referti via e-mail, movimenti bancari, previdenza, assicurazioni, prestiti e, naturalmente, acquisti. Sono moltissime le aziende che investono nello sviluppo di servizi via internet. Con l’istituzione dell’aula di informatica nelle scuole, inizialmente negli istituti professionali e nelle università e solo in un secondo tempo nella scuola secondaria di primo grado e nella scuola primaria,  le nuove tecnologie hanno fatto il loro ingresso in modo ufficiale nel mondo dell’istruzione. Talamo[1] fa coincidere questo ingresso con lo sviluppo dei  sistemi per la comunicazione a distanza, ma anche con il  fatto che (citando Piccioni 1995) la società odierna pone alla scuola richieste pressanti di ammodernamento.

E’ interessante, in questo ambito l’analisi compiuta da Heppell[2] sull’evoluzione educativa in relazione ai cambiamenti tecnologici nel campo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT). Heppell distingue tre tipi di insegnamento/apprendimento, ognuno dei quali ha differenti caratteristiche.

1)       Shallow Learning, cioè apprendimento superficiale, quello che vede il docente come un produttore di conoscenza e gli alunni come consumatori, assimilatori passivi. Penso che questo sia derivato dalla concezione che identifica l’alunno come un contenitore vuoto da riempire con una specie di travaso di conoscenza dal docente al discente.

2)       Deep Learning, cioè apprendimento profondo, questo tipo di lezione prevede la reale comprensione dell’alunno e non solo la memorizzazione delle informazioni, la lezione si fa quindi maggiormente interattiva.

3)       Profound Learning, cioè apprendimento intenso o radicale, completo, assoluto, in questo caso il lavoro si fa collaborativo  diventa un lavoro di co-costruzione della conoscenza, l’alunno è in questo caso sia consumatore che produttore di conoscenza. Quest’ultimo metodo secondo me si avvicina molto al metodo dello scaffolding anche in questo caso il docente ha infatti il compito di creare le condizioni, di guidare e di sostenere l’alunno nella sua costruzione dell’apprendimento.

Kevin Burden[3] sostiene che la precedente classificazione di Happell sia utilizzabile anche in riferimento alle modalità di utilizzo della LIM:

1)       Uso della LIM come se fosse una normale lavagna d’ardesia cioè prevalentemente per la scrittura ed eventualmente per la visualizzazione di qualche immagine.

2)       Sfruttando alcune delle sue potenzialità come ad esempio il collegamento ad internet, la creazione di mappe e schemi concettuali facilitati da realizzare con la  collaborazione degli alunni, ecc…

3)       In questo caso l’uso della lavagna multimediale varia soprattutto per il variare della modalità di insegnamento, il lavoro viene infatti impostato in modo da agevolare la collaborazione tra gli alunni e magari con un eventuale feedback.



[1] Talamo A. (1998)  Apprendere con le nuove tecnologie  Firenze: La Nuova Italia Editrice,Scandicci   p. 10: <<La diffusione del computer a scuola ha avuto un grande impulso a  partire dagli anni Novanta, proprio in concomitanza con lao sviluppo dei sistemi informatici che permettono la comunicazione a distanza. Se fino ad allora l’innovazione tecnologica è stata vissuta dagli insegnanti con diffidenza per via delle nuove competenze che richiedeva loro, la possibilità di usufruire di strumenti di comunicazione ha evidentemente funzionato come volano per superare gli atteggiamenti di scetticismo e cautela, e ha favorito un approccio alla tecnologia, come da tempo era auspicabile.>>.
[2] Happell, S. - Teacher Education learning and information generation: The progression and evolution of educational computing against a background of change- Journal of information technology for Teacher Education, 2 (2), pp.229-237, 1993.
[3]Kevin Burden (2002)  Learning from the bottom to the up, The University of Hull June

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