martedì 30 agosto 2011

Materiali 3


- Software del progetto “Tutti i bambini stanno bene a scuola.[1]

II CTI di Asolo e Castelfranco, dopo aver sostenuto negli ultimi 4 anni la realizzazione del progetto, già precedentemente citato nel capitolo sulla prevenzione, “Tutti i bambini vanno bene a scuola”, ha raccolto una documentazione specifica, da mettere a disposizione degli insegnanti, per favorire l'intervento didattico a  questo scopo ha creato un CD-ROM, i cui materiali sono stati elaborati da un gruppo di lavoro costituito da insegnanti.
In sintesi il CD propone:

  un approfondimento teorico sull'approccio fonologico e metafonotogico alla  letto-scrittura,

    una presentazione di percorsi specifici di potenziamento considerando il livello di apprendimento degli alunni,

    schede di lavoro e altri sussidi per l'intervento con relativa guida.

Il CD è cosi suddiviso: 

- Introduzione     

Il file “Introduzione” presenta la proposta di apprendimento della letto-scrittura secondo l'approccio fonologico-metafonologico e i criteri per un lavoro di potenziamento delle abilità degli alunni. 
Nei livelli seguenti si presenta la tipologia di intervento da realizzare con i bambini che si trovano in questa posizione con la descrizione di attività specifiche.     

- Attività per livelli/Livello preconvenzionale.

- Attività per livelli/Livello sillabico e sillabico-alfabetico.

- Attività per livelli/Livello alfabetico.

- Raccolta immagini.

La cartella ‘Banca delle Parole’ contiene una raccolta di immagini e un elenco completo.
         II file Excel contiene l'insieme delle parole da utilizzare nelle attività didattiche suggerite nei diversi percorsi di potenziamento. 

- "I fonemi dall'ombra alla luce”[2]
Il primo obiettivo del lavoro di rieducazione è quello di aiutare il bambino ad identificare autonomamente tutti gli elementi fonologici che compongono la parola. Il testo è basato sull’affermazione di insufficienza dell’input fonetico come una delle cause delle  difficoltà. Per aiutare, quindi, il soggetto nel superamento di tali difficoltà, il testo utilizza stimoli visivi e tattili (immagine-colore-tatto) che fungono da facilitatori e da rinforzo.
Per svolgere questa attività dì analisi si parte dalla presentazione della sillaba, essendo l'unità motoria minima di produzione dei linguaggio, viene prodotta con facilità da  qualsiasi bambino. Il problema sta proprio qui poiché l'unità minima di produzione fonetica non coincide con l'unità minima di rappresentazione ortografica; bisogna aiutare il bambino a scoprire che la sillaba nella sua evidenza sonora mette in ombra i singoli costituenti fonologici.
Con questo metodo si cerca di far uscire dall’ombra i fonemi dando loro autonomia percettiva prima ancora che ortografica.
Il metodo è basato su un sistema binario rigoroso.
In altre parole la struttura della sillaba pur essendo unitaria è fatto di due componenti (MA=M+A) Per identificare le componenti è stata data importanza all’ aspetto visivo e precisamente è stato usato il colore. La sillaba è stata colorata con due colori diventi per marcare la distinzione tra consonante e vocale. Inoltre è sfato introdotto il canale tattile per rinforzare anche con altre modalità la differenza fra le componenti della sillaba. In particolare i pallini colorali sono stati realizzati con superfici diverse: lisci e ruvidi rispettivamente per vocali e consonanti.
Il metodo presenta i suoni standard  della lingua italiana, secondo una sequenzialità che rispetta le varie difficoltà, i contrasti e le somiglianze fonetiche. Con la stessa metodologia sono state presentati i digrammi, i trigrammi, i gruppi e le convenzioni ortografiche.
Il metodo è stato applicato anche nella  scuola dove insegno con gli alunni che sono stati diagnosticati “a rischio dislessia”, nell’ambito del progetto “Tutti i bambini vanno bene a scuola”. Al termine del progetto, nei bambini coinvolti, si sono potuti rilevare notevoli miglioramenti: oltre ad aver imparato il rapporto tra fonema-grafama, leggevano e scrivevano parole e frasi ed era comparsa la letto-scrittura. I bambini sono stati portati con gradualità alla lettura ed alla scrittura dello stampato maiuscolo, una volta acquisito il quale, il passaggio ad altri tipi di scrittura è stato facilmente prodotto.
Il percorso si divide in cinque sezioni
1.     Giochi di attenzione e di memorizzazione.
2.     Dalla sillaba alla parola: sono attività dedicate  alla produzione                   dei  vari suoni alfabetici, alla loro lettura e scrittura.
3.     Convenzioni ortografiche.
4.     Dalla parola alla frase: sono attività che portano alla produzione della frase.
5.     Racconti con:
·        Griglie da completare.
·        Finestre
·        Testo alternato a disegni
·        Testo pieno con pochi disegni
Nel testo sono presenti indicazioni con segni diversi: per le consegne del bambino e per quelle dell’insegnante.
Da sottolineare è anche la dimensione giocosa del testo,  secondo me fondamentale sempre, ma ancor di più nei bambini con difficoltà, infatti nel testo compare un simpatico extraterrestre: Tico, che guida il bambino attraverso varie avventure.
Come afferma anche Giacomo Stella nella presentazione di questo testo:
Quando l’apprendimento viene sollecitato in un contesto divertente non occorre stimolare la motivazione. Per questo nella progettazione del lavoro, l’aspetto piacevole dell’attività non è mai disgiunto dal contenuto didattico.
Il percorso è diretto a tutti i bambini. E’ utile specialmente a quelli che hanno difficoltà iniziali nell’apprendimento della lettura e della scrittura,sia temporanee sia permanenti e ai bambini con lingua madre diversa dall’italiano.


[1]                    Bacchion Michela e Wanda, Casarin Daniela, Marchesin Giuliana, Squizzato Emanuela, Berton Mariangela, “Potenziamento delle abilità fonologiche e metafonologiche”, realizzato dal Centro Territoriale per l’Integrazione dei minori in situazione di handicap di Asolo e Castelfranco Veneto; Coordinamento gruppo di lavoro: Dottoressa Daniela Casarin Presentazione. (Trattasi di un sussidio per la didattica sotto forma di CD-ROM).      


[2]           AngiportiE., I fonemi dall'ombra alla luce un percorso plurisensoriale facilitato per l’apprendimento della letto scrittura, Omega Edizioni Torino, Omega Edizioni Torino. Presentazione di Giacomo Stella.  

Materiali 2


- Giochiamo con le consonanti.[1]

L’opera si occupa degli errori dovuti alla scarsa capacità di riconoscere e di distinguere consonanti acusticamente simili, per esempio: p - b,  l - r, ecc… Dopo aver constatato una carenza di sussidi efficaci ad affrontare questa problematica, gli autori hanno elaborato le presenti proposte:



PROPOSTA 1

Colora il disegno della parola che inizia come ....

Il bambino riconosce il fonema iniziale della parola rappresentata dalla figura e lo ritrova in altre. È un esercizio che non implica la lettura e può essere utilizzato fin dall'età prescolare.

PROPOSTA 2

Come iniziano i nomi di questa figura ....

Il bambino discrimina il fonema iniziale della parola rappresentata dalla figura e trova il grafema corrispondente collegandolo con una freccia.

PROPOSTA 3

II fumo ha portato via le parole ....

Il bambino discrimina visivamente il fonema iniziale della parola scritta riportandola nella colonna indicata.

PROPOSTA 4

Gioco delle parole inventate

Viene proposto un compito di lettura e riconoscimento di non-parole.

Le liste di non-parole sono state ricavate da parole della lingua italiana modificate con sostituzione fonemiche, rispettando la posizione originaria dell'accento e le caratteristiche fonotattiche della lingua stessa.

PROPOSTA 5

Ecco tante parole che iniziano con ....

Il bambino legge ad alta voce liste di parole. Un gioco divertente ed utile consiste nell'invitare il bambino a registrarsi mentre legge per poi riascoltarsi ed eventualmente trovare altre parole che inizino con quella stessa consonante. I grafemi non sono presentati solo all'inizio ma anche in corpo di parola.

PROPOSTA 6

A caccia di .... !

Il bambino ricerca all'interno della lista le parole che iniziano con la consonante presa in considerazione e la sottolinea.

PROPOSTA 7

Indovina indovinello

II bambino risolve l'indovinello scegliendo la risposta esatta fra le tre possibilità presentate.

PROPOSTA 8

Un signore distratto ha fatto tanti errori ....

Il bambino scopre all'interno della lista quali sono le parole errate e le riscrive correttamente.

PROPOSTA 9

Completa le parole ....

Il bambino completa le parole scrivendo la lettera mancante. L'omissione può essere all'inizio o in corpo di parola.

PROPOSTA 10

Prova a scambiare ....

Il bambino, leggendo ciascuna delle parole, individua la presenza di una delle due consonanti considerate e prova a scambiarla con l'altra. Infine verifica l'eventuale esistenza nella lingua italiana della nuova parola ottenuta.

PROPOSTA 11

Completa ogni frase ....

Il bambino legge la frase e la completa scegliendo una delle due parole proposte.

Scopri gli errori del racconto!

Il bambino legge il racconto e individua gli errori in esso contenuti che riguardano esclusivamente lo scambio tra le due consonanti considerate.

PROPOSTA 13

Unisci il nome al disegno

II bambino legge la parola e individua il disegno corrispondente. In queste liste sono contenute soltanto coppie minime.

PROPOSTA 14

Completa le frasi ....

Il bambino legge la frase e la completa scegliendo la parola mancante fra una serie presentata. In ogni serie ciascuna parola si differenzia dalle altre per un singolo fonema.

       Oltre alle schede a corredo del metodo di rinforzo, sono presenti una serie di carte, che io ho inserito in bianco e nero, in modo da essere facilmente fotocopiabili, colorabili e quindi personalizzabili e in modo che ogni bambino, con una spesa esigua (cartoncino e fotocopie), possa avere il proprio mazzetto personale con il quale giocare anche con i genitori a casa finalmente  “ad armi pari”.


LE CARTE DI "GIOCHIAMO CON LE CONSONANTI"

II gioco si compone di 66 carte raggruppabili fra loro in base all'uguaglianza del fonema iniziale della parola rappresentata.

Es.: pentola - pagliaccio, balena - bicchiere, eccetera.

Attraverso le varie proposte di gioco i bambini vengono invitati a compiere operazioni di analisi e discriminazione fonemica indipendentemente dalla conoscenza o meno del codice scritto. Il gioco può diventare, quindi, un mezzo divertente per sviluppare nel bambino una buona percezione uditiva fin dall'ultimo anno della scuola materna. Le carte consentono una serie svariata di giochi, ecco solo alcuni suggerimenti:

CACCIA ALLA COPPIA

Disponiamo sul tavolo un numero a piacere di carte coperte accoppiabili tra loro per il suono della parola rappresentata.

Invitiamo i giocatori a scoprire a turno due carte ciascuno.

Chi trova una coppia la ritira dal tavolo e la vince. Chi trova due carte diverse, le ricopre. Il gioco continua finché ci sono carte sul tavolo e vince chi avrà formato il maggior numero di coppie.

PASSA LA CARTA

Si scelgono alcune coppie e si distribuiscono le carte ai bambini in modo che ciascuno ne abbia almeno 4. Ad ogni turno ciascun giocatore passa una delle proprie carte al vicino. Chi ottiene una coppia la depone sul tavolo, pronunciando il fonema iniziale e il nome delle figure. Vince chi termina per primo le carte.

GLI INSIEMI

Si distribuiscono le carte scoperte sul tavolo e si invita ciascun bambino a raggruppare quelle che iniziano con lo stesso fonema. Una variante del gioco consiste nel presentare ai giocatori un fonema (es. "r" come rana) e invitarli a trovare tutte le carte che lo contengono in posizione iniziale, o all'interno della parola, o in entrambi i casi (es. radio, cravatta, scarpa ecc.). Naturalmente quest'ultima modalità di gioco risulta più complessa rispetto a compiti di individuazione del fonema iniziale.

Consigliamo quindi di proporre dapprima la ricerca di una vocale in quanto percettivamente è più identificabile rispetto alle consonanti.


 IL RUBAMAZZO

All'inizio del gioco si mettono 4 carte scoperte sul tavolo e se ne distribuiscono 3 ad ogni giocatore. A turno ciascuno gioca una delle proprie carte ed ha la possibilità di prendere dal tavolo quella che rappresenta una figura che inizia con lo stesso fonema della propria. Se l'abbinamento non è possibile, le carte restano sul tavolo.

Le carte vinte vanno raggruppate con l'ultima tenuta scoperta per dare la possibilità agli avversari di "rubare il mazzetto".

Per farlo, aspettando il proprio turno, è necessario avere una carta abbinatele per fonema uguale alla prima carta del mazzetto del compagno. Il gioco continua finché ci sono carte da distribuire. Vince chi, alla fine, ha il maggior numero di carte.


IL DOMINO DI "GIOCHIAMO CON LE CONSONANTI"

II gioco si compone di 38 tessere. Per iniziare, mettere il mazzo coperto sul tavolo, distribuire 4 carte ad ogni giocatore e scoprirne una da cui far partire il gioco. A turno ciascun giocatore può aggiungere sul tavolo una tessera soltanto se la può combinare in base all'uguaglianza della consonante iniziale di una delle due parole. Per esempio, alla tessera "caramella-pettine" si possono abbinare da un lato una parola che inizia come "caramella" (es. casa) e dall'altro una che inizia come "pettine" (es. penna).
Se un giocatore non ha alcuna tessera da abbinare, deve prenderne dal mazzo finché non troverà quella utilizzabile.
Vince chi per primo riesce a terminare le proprie tessere.

LA TOMBOLA DI "GIOCHIAMO CON LE CONSONANTI"

II gioco si compone di 16 cartelle e delle 66 tessere del gioco a carte.
Si distribuisce ai partecipanti un eguale numero di cartelle e si pone sul tavolo il mazzo di carte coperto.
Ogni bambino a turno prende una carta e la fa vedere ai compagni.
Vince la carta chi ha la cartella che riporta la figura il cui nome inizia come quello della carta mostrata.
Qualora nessuno la richieda, la carta viene posta in fondo al mazzo.
Il gioco continua finché uno dei giocatori completa tutte le proprie cartelle e dichiara di aver fatto tombola.
Una variante consiste nell'invitare a raccogliere nella propria cartella anche le carte che contengono il fonema all'interno della parola. Per esempio, nella cartella "pentola", potranno essere collocate "pera", ma anche "topo", "spazzolino", "scarpe" ecc.

Questo materiale non va presentato esclusivamente nelle situazioni di difficoltà o di ritardo, ma è utilissimo anche nelle normali fasi di apprendimento. I soggetti che vengono trattati precocemente e con un intervento mirato, potranno migliorare le loro prestazioni in maniera molto soddisfacente. 
L’opera fornisce spunti operativi che possono aiutare ad organizzare un piano di intervento individualizzato, rispondente, il più possibile, alle difficoltà specifiche di ogni singolo alunno.
"Giochiamo con le consonanti" non intende limitarsi all'esercizio isolato di un'abilità, in un determinato contesto, ma si pone l'obiettivo di guidare il soggetto all'autonomia nella produzione spontanea. Questo soprattutto in considerazione del fatto che, come si è visto porre il bambino esclusivamente nella condizione di eseguire compiti su schede, risulta sterile e non può in alcun modo sostituirsi alla relazione interpersonale.
Per questi motivi lo scopo ultimo sarà quello di aiutare il soggetto che impara ad impadronirsi delle proprie strategie e a divenire consapevole delle procedure applicate.
Le attività proposte sono focalizzate sulla presa di coscienza della realtà fonologica della parola e sul consolidamento della conoscenza ortografica del lessico. Quanto detto sinora non fa che confermare le teorie espresse in precedenza che attribuiscono alla competenza fonologica un ruolo di fondamentale importanza nell’apprendimento della lettura e della scrittura.
Tuttavia, per apprendere il linguaggio scritto, non è sufficiente parlare correttamente, ma è necessaria la conoscenza dei segmenti della lingua parlata. Il bambino deve sapere che la parola può essere segmentata in fonemi, conoscerne il numero e l'ordine.



[1]                Drosera S., Lovadina F., Lucchetta S., Biscaro A., Giochiamo con le consonanti, Editrice AIPA  : anche da questo testo sono stati inseriti nel software solo alcuni stralci a titolo esemplificativo della metodologia usata.

Materiali

Inserisco qui alcuni materiali sulla rieducazione degli alunni dislessici che vi possono dare un idea di cosa offre il mercato e di cosa invece è offerto gratuitamente.

Rieducazione:[1]

II metodo FOL (fonologico/alfabetico ortografico lessicale) si propone sia come una metodologia didattica di apprendimento della lettura e scrittura, che viene sviluppata nell'arco di circa 2-3 anni di scolarizzazione, a partire dalla prima fino alla terza elementare o oltre, sia come metodologia pedagogica-riabilitativa dei ritardi o disturbi di apprendimento della lettura e scrittura.

Questo metodo può essere utilizzato anche come strumento di monitorag­gio dei bambini con disturbi di apprendimento perché consente di conoscere il livello di acquisizione delle competenze specifiche e di stabilire i processi deficitari e i relativi interventi. È rivolto principalmente alla acquisizione dei processi di decodificazione/codificazione alfabetica e ortografica a partire dalle singole lettere, sillabe e parole, per passare poi alle frasi semplici e composte, e infine ai testi anche se non si occupa della costruzione del testo scritto.

Il metodo FOL, che è già stato utilizzato con buoni risultati sia in campo clinico che scolastico (si veda il Progetto D.A. — progetto di intervento pedagogico-riabilitativo precoce sui disturbi di apprendimento in lettura e scrittura), è solo una proposta alla luce di quanto finora riscontrato nella ricerca clinica.

Tale metodo prevede l'acquisizione di strategie fonologiche/alfabetiche, ortografiche e lessicali legate ai processi di lettura e scrittura attraverso la costru­zione di una rete di informazioni graduate per complessità, che devono essere gradualmente apprese, memorizzate, consolidate e integrate rispettando i tempi di acquisizione del bambino. Schematicamente si può dire che il metodo FOL:

a) fa riferimento a un modello teorico di apprendimento sviluppato inizialmente nell'ambito della neuropsicologia cognitiva;

b) si avvale di una serie di unità specifiche di apprendimento che comprendono schede di lavoro graduate in via gerarchica da somministrare all'alunno (il passaggio da una unità all’altra è determinato dalle acquisizioni precedenti su cui poggiano le successive);

e) si propone di costruire una rete di informazioni fonologiche, alfabetiche, ortografiche, morfologiche e lessicali che favoriscono l'apprendimento graduato della lettura e della scrittura.

Non si tratta di un metodo solo analitico o solo globale, ma di un metodo che configura la successione e l'integrazione di strategie dapprima fonologiche semplici (fonologico-alfabetiche) e poi complesse (di tipo fonologico-ortografico), quindi ortografiche, e infine lessicali.

Quando il bambino inizia l'apprendimento di una parola utilizza una decodifica grafema/fonema, e quando ha appreso quella parola non ha più bisogno di ricorrere alla ricodificazione fonologica per cui userà strategie lessicali (o visuoglobali). La lettura e la scrittura si configurano come un continuo alternarsi di strategie fonologiche, alfabetiche, ortografiche, morfologiche o lessicali a seconda del materiale presentato (conosciuto o non conosciuto) e delle competenze acquisite.

Le strategie didattiche basate sull'apprendimento dapprima delle corrispondenze fonema/grafema e grafema/fonema, poi di quelle sillabiche e ortografiche, e infine lessicali, anche se richiedono più tempo, danno poi risultati positivi, sia per i bambini senza disturbi di apprendimento, ma soprattutto per quelli con difficoltà, che possono trarre reali benefici solo da una metodologia fonologica semplice e gradualmente più complessa.

Io concordo con l’autrice, Tamara Malaguti, quando afferma che:

se all'inizio dell'anno scolastico in prima elementare tutti potessero beneficiare di una metodologia fonologica graduata, anche i bambini con disturbi di apprendimento riuscirebbero ad acquisire semplici strategie alfabetiche, magari con tempi più lunghi, e i successivi interventi pedagogici-riabilitativi troverebbero un terreno già preparato in tal senso.

Basandosi sugli studi di Uta Frith (1985)[2] e Seymour (1985)[3], effettuati su bambini inglesi, segue lo sviluppo del processo di lettura 4 stadi dipendenti fra di loro:

- stadio logografico

- stadio alfabetico

- stadio ortografico

- stadio lessicale.

Lo stadio logografico rappresenta la prima tappa del processo di apprendi­mento e consiste nello sviluppo di un vocabolario visivo che interessa un ristretto insieme di parole. Questa strategia di apprendimento permette il riconoscimento della parola sulla base delle sue caratteristiche grafiche, ovvero fisiche. Il bambino acquisisce pertanto la capacità di riconoscere le parole, ma in un numero limitato: la lettura è di tipo visivo e il bambino non è in grado di leggere le parole che non appartengono al suo vocabolario visivo.

Durante lo stadio alfabetico il bambino inizia a costruire lentamente il meccanismo di ricodificazione fonologica; impara cioè a segmentare corretta­mente la parola stimolo nelle lettere che la costituiscono, e ad associare a ciascuna lettera (grafema) il suono (fonema) corrispondente. Questo processo implica la capacità di segmentare la parola secondo un ordine sistematico, sequenziale, e di associare correttamente a ogni grafema il fonema corrispon­dente. Pertanto la lettura di una parola avviene sulla base di una attribuzione di corrispondenza sequenziale tra grafema e fonema.

Lo stadio ortografico, che viene raggiunto verso i 7 anni, implica l'ac­quisizione della capacità di segmentazione fonemica. Il bambino impara a eseguire segmentazioni corrette anche nella lettura di parole molto comples­se, per cui acquisisce delle procedure efficienti di segmentazione e di conver­sione grafema-fonema (Sartori, 1984)[4] e può quindi utilizzare regole di cono­scenza e di confronto basate sulle unità morfologiche che compongono le parole. In questo stadio egli può prescindere dalla necessità di utilizzare una strategia fonologica pura.

Nello stadio lessicale il bambino si stacca dalla necessità di utilizzare i processi parziali e impara a lavorare su unità visive globali.


- AA.VV., “Giochi….amo”,    Vol. 1 – 2 – 3 (Erickson)[5]

    Questi volumi non vogliono essere un metodo di insegnamento della lettura, ma si propongono come un aiuto per chi deve accompagnare i bambini nel percorso di apprendimento della letto-scrittura (siano essi insegnanti o genitori). I bambini sono motivati a cimentarsi con tre diverse proposte. Gli studi più recenti degli autori che si occupano dell'apprendimento sottolineano che, per raggiungere obiettivi soddisfacenti, sono determinanti, oltre la  motivazione da parte dell’alunno, le modalità di insegnamento.

I giochi presentati nel volume sono un valido aiuto per sviluppare il confronto, la discussione e l'aiuto reciproco tra bambini. Sarà quindi utile promuovere il confronto e la discussione tra i bambini circa le soluzioni individuate, le scelte operate, le difficoltà e gli errori, Errori che non verranno penalizzati, ma saranno spunto per una riflessione e occasione per l’ apprendimento.



[1]              capitolo della tesi più Malaguti T., “Insegnare a leggere e scrivere con il metodo FOL”, Un programma fonologico ortografico lessicale: Guida per l’insegnante e  Vol. 1, Erickson Trento 2000.
[2]              Frith U., Beneath the surface of developmental dyslexia, in Patterson K. E., Marhshall J. C. e Coltheart M. (a cura di), Surface dyslexia, London, Lawrence and Erlbaum Associates 1985.
[3]              Seymour P.M., Developmental dyslexia:A cognitive experimental analysys, in Patterson K. E., Marhshall J. C. e Coltheart M. (a cura di), Surface dyslexia and surface dysgrafia, London, Routledge and Kegan Paul 1985.
[4]              Sartori G., La lettura, Bologna Il Mulino, 1984.
[5]              Crip, Giochi…amo,    Vol. 1 – 2 – 3, Trento, Erickson 2002: da questo testo sono stati inseriti nel software solo alcuni stralci a titolo esemplificativo della metodologia usata.

lunedì 29 agosto 2011

BIBLIOGRAFIA


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