lunedì 29 agosto 2011

CAPITOLO 2: E-LEARNING



2.1 INTRODUZIONE



L'e-learning è una metodologia didattica che offre la possibilità di erogare contenuti formativi elettronicamente, attraverso Internet o reti Intranet (ASFOR, 2003).

La parola e-learning (letteralmente “apprendimento elettronico”) viene usata per indicare tutte le modalità didattiche che utilizzano sistemi di comunicazione multimediale come  il Web o le reti telematiche.





2.2 EVOLUZIONE DELL’E-LEARNING



 A mio avviso, potremmo definire l’ e-learning come un’evoluzione, dovuta alle tecnologie e alla rete, della formazione a distanza (FAD) tanto in voga negli anni ’80 con le scuole e i corsi, di solito di carattere tecnico, che inviavano agli iscritti, di solito lavoratori, un sistema di dispense per raggiungere il  conseguimento del diploma.

La formazione a distanza nata per soddisfare il bisogno di un titolo di studio da parte di persone prevalentemente adulte che impegnati in attività lavorative non avevano la possibilità di frequentare le  scuole tradizionali, vede una prima evoluzione con la diffusione della didattica via Tv e poi via satellite; continua il suo percorso con l’avvento del CD ROM; quando negli anni ’90 arriva internet che le fa compiere un considerevole balzo in avanti arriviamo così con l’avvento anche delle trasmissioni veloci dell’ADSL a quello che oggi definiamo e-learning. Ovvero un apprendimento supportato da una tecnologia specifica, cioè un sistema che prende il nome di Learning Management System (LMS).

Quando si parla di Learning Management System ci si riferisce ad una “piattaforma tecnologica” costituita da un insieme di sistemi software studiati allo scopo di permettere al docente di gestire i contenuti didattici e di renderli  disponibili agli alunni. L’LMS permette di rendere accessibili agli utenti vari servizi che servono:

v sia a garantire il buon funzionamento organizzativo del corso come:  possibilità di registrazione  dell’utente on-line, dati amministrativi, eventuali informazioni sul valore dei crediti del corso, forum con il personale di segreteria, ecc …;

v sia servizi che consentono la costruzione di una comunità di pratica[1] e di una giusta interazione tra docenti, tutor e studenti: forum, chat, wiki, laboratori di gruppo, ecc …;

v rendono in oltre facilmente fruibili per gli studenti e facilmente modificabili ( permettendo un lavoro di calibratura) ad opera dei docenti i materiali digitali inseriti: file in vari formati digitali come dispense , test di valutazione o di esercitazione, link, video lezioni, file audio, ecc …;

Forse la cosa più importante di questi sistemi è la loro memoria: su di essi rimane, infatti, traccia di ogni intervento compiuto dallo studente, di ogni file che ha scaricato o anche solo visionato, è possibile consegnare elaborati in tempo reale, è possibile come abbiamo già detto fare test di verifica, è insomma un supporto indispensabile per chi deve tenere un corso on-line e valutare quindi i propri studenti.

Quanto scritto sinora rende l’e-learning sinonimo di apprendimento aperto, flessibile, centrato sull’utente oltre ad incentivare le comunità di pratica, le attività collaborative e la condivisione di idee ed esperienze, questo anche in base alle tipologie di attività che si decide di usare. Le tipologie sono tre:

v  Sincrona cioè quando docenti e tutor e studenti sono simultaneamente collegati: “classe virtuale”, video conferenza, chat. Questo crea come è facile intuire un vincolo di orario.

v  Asincrona in questo caso lo studente senza nessun vincolo di orario fruisce dei contenuti inseriti in piattaforma dal docente: test, dispense , glossario, forum.

v  Misto o approccio blended learning  è la fusione dei due progetti formativi sopra citati e ne unisce entrambe le componenti positive , da un lato le caratteristiche dell’insegnamento tradizionale e dall’altro la ricchezza dei contenuti digitali.



[1] “Le parole hanno dei significati; alcune di esse, tuttavia, destano anche particolari “sensazioni”. La parola “comunità” è una di queste. […]. “Comunità” suona bene per i significati che tale termine evoca […]. Innanzitutto, la comunità è un luogo “caldo”, un posto intimo e confortevole. È come un tetto sotto cui ci ripariamo quando si scatena un temporale, un fuoco dinanzi al quale ci scaldiamo nelle giornate fredde. […]. All’interno della comunità […] possiamo rilassarci: lì siamo al sicuro, […]. All’interno di una comunità la comprensione reciproca è garantita, possiamo fidarci di ciò che sentiamo […]. Nessuno dei suoi membri è un estraneo.[…] Per noi in particolare, che viviamo in un’epoca priva di valori, un’epoca fatta di competitività sfrenata – dove tutti sembrano intenti a curare solo i propri affari e pochissimi sono quelli disposti ad aiutarci […] la parola “comunità” […] evoca tutto ciò di cui sentiamo il bisogno e che ci manca per sentirci fiduciosi, tranquilli e sicuri di noi”. (Bauman Z., Voglia di comunità, Laterza, Bari, 2001, pp.3-5)
“Una comunità di pratica è caratterizzata da tre elementi fondamentali (Wenger, 1998)
·       la realizzazione di un’impresa comune, attraverso la formazione di un’immagine condivisa dei problemi e delle soluzioni percorribili, la negoziazione delle priorità fra i membri e lo sviluppo di una comune consapevolezza;
·       l’esistenza di un impegno reciproco sulla base del quale i membri interagiscono e condividono l’esperienza che è propria di ciascuno allo scopo di alimentare l’apprendimento collettivo;
·       la presenza di un repertorio condiviso rappresentato da insiemi di conoscenze, strumenti, metodi e artefatti attraverso i quali veicolare il sapere collettivo e custodire la memoria della comunità.”

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